Frontex

L’Europa ha un problema serio

Quando in Europa c’era un maggior ottimismo sulle sorti progressive e magnifiche dell’umanità si diceva che per risolvere i problemi migratori occorreva stabilizzare i paesi di migrazione da guerre, carestie e quant’altro. Oggi nessuno si azzarda più a dire cose del genere dopo che anche l’Europa è diventata un fattore di instabilità avendo rovesciato Gheddafi, che era un tiranno, ma in grado di controllare le sue coste. Con due distinte autorità in Libia che nonostante i buoni uffici dell’inviato Onu Bernardino Leon si prendono a cannonate, non si sa cosa mai potrà accadere. Pensare che due settimane fa Leon aveva promesso un accordo fra le fazioni in Libia e aveva promesso di raggiungerlo entro la settimana scorsa, quando ancora in questa, l’armata di Tobruk attacca pesantemente quella di Tripoli. Per cui scordiamoci di riuscire a stabilizzare la Libia a breve. Purtroppo gli scenari di crisi si sono moltiplicati a iosa e anche indipendentemente dal nostro volere. In Siria l’occidente non ha mosso foglia da prima della seconda guerra mondiale, sono russi, iraniani e arabi che si contendono l’influenza nella regione e la Siria è diventata la principale fonte di instabilità di tutta l’area. Poi c’è l’Iraq, appena Obama ha ritirato le sue truppe è andato nel caos, infine c’è lo Yemen, dove l’America non sa che fare. Poi si apre il mondo sub sahariano dove impazzano Boko haram, gli shebab e tutti i possibili discendenti Mahdi, quel Muhammad Ahmad che a Khartoum alla fine dell’800 fece a pezzi il povero generale Gordon con migliaia di sudanesi. La storia dell’Islam è lunga e feroce. Se mai qualcuno sperava di veder Tripoli, Damasco o perché no Abuya, diventare come Roma, Parigi e Berlino, sognava. Al al vertice straordinario di Bruxelles convocato sull’immigrazione ci si è accorti che servono più risorse per le operazioni di controllo dei confini in modo da per poter offrire un aiuto quando è necessario soccorrere i migranti che rischiano il naufragio. Tutti i leader europei avvertono il dovere di fare di più per evitare che altre persone muoiano nel Mediterraneo davanti alle porte di casa nostra in modo straziante, come si apprende dalle cronache. L’Unione europea non può sottrarsi alla prova di tutti quei profughi in movimento, dall’ Africa, al Medio Oriente, che abbandonano le loro case per sfuggire alle persecuzioni, alle guerre, o alla fame. Ma quanti sono questi profughi esattamente? Il presidente Sergio Mattarella ha parlato di centinaia di migliaia, ma si sbaglia, sono sono molti di più. Si tratta di un continente intero che si sposta verso di noi, milioni di persone. Centinaia di migliaia sono solo coloro che si combattono. In concreto, la Ue vorrebbe rafforzare Frontex, raddoppiando le risorse economiche ed i mezzi a disposizione; prevedendo meccanismi di emergenza per la redistribuzione dei profughi e lanciare un nuovo programma per il rimpatrio dei migranti irregolari, senza diritto da asilo “dai paesi in prima linea” come l’Italia. Tutto questo, lo diciamo subito, si rivelerà completamente inutile, come inutile è stato quanto è stato fatto finora. C’è invece nel vertice un aspetto interessante, che meriterebbe di essere approfondito, che prevede un “sistematico sforzo per sequestrare e distruggere le barche dei contrabbandieri” di esseri umani. Solo che per sequestrare e distruggere, occorre una qualche azione di polizia o di intervento militare. Per cui l’Europa sta pensando ad una fase offensiva con polizia esercito, corpi speciali per combattere i trafficanti di uomini. Il problema è che nessuno ha esattamente un’idea precisa di chi siano questi trafficanti, che abbiamo visto persino battere bandiera libica a bordo di navi armate e colpire le nostre motovedette. Comunque se questa è la strategia, l’impiego di truppe per arginare almeno le attività illegali alla frontiera, come l’America fa con il Messico, ecco che almeno iniziamo a dare l’idea di prendere in mano il problema alla fonte e non di aspettare di essere investiti a ritmo continuo. L’unico particolare è che il rapporto fra l’Europa e l’Africa, sotto il profilo della popolazione non ci consente un paragone con l’America intenta a controllare i clandestini messicani, piuttosto ricordiamo il Messico il giorno che viene invaso dall’America.

Roma, 21 Aprile 2015